L’idea

 Giosuè Carducci e Caterina Percoto.

Ricordando il soggiorno di Carducci ad Arta Terme non si può non parlare del suo rapporto con Caterina Percoto.I due non ebbero mai modo di incontrarsi, anche se l’avrebbero voluto. Venendo in Friuli Carducci s’aspettava di incontrare Caterina, forse anche perché uno dei motivi per cui aveva scelto la Carnia per il suo soggiorno di cure era legato alla suggestione dei luoghi, ricavata proprio leggendo i racconti della Percoto. Non è un caso che la sua ballata in Carnia si richiami a due leggende, quella delle streghe del Tenchia e del dannato del Moscardo, Silverio, riprese dai racconti di Caterina. Inviando il componimento al Chiarini il 3 agosto scrive: “ti mando anche de versi miei sur una tradizione carnica, raccontata in prosa friulana anche dalla Percoto. In seguito a proposito della stessa ballata dirà “è una tradizione popolare che prima la contessa Caterina Percoto raccolse nel libro delle sue Novelle; bel libro e forte, che rispecchia la forte bellezza e bontà del Friuli”.

Chiudendo la biografia della scrittrice friulana, a presentazione dei racconti per l’editrice Salerno, Adriana Chemello scrive che la Percoto “negli ultimi anni della sua esistenza è contristata anche per un appuntamento mancato: il desiderio di incontrare Carducci che nel 1885 l’attendeva ad Arta allora rinomato centro termale a pochi chilometri dalla sua residenza. Ormai lei è oppressa dal “peso della sua lacerante solitudine”. Malata agli occhi fa fatica a leggere e l’artrite le impedisce di usare le mani.

Caterina PercotoDa S. Lorenzo di Soleschiano in comune di Manzano non ci voleva molto per arrivare ad Arta. Ma l’incontro non ha luogo perché nello stesso tempo la Percoto è per cure in Carinzia e verrà a mancare due anni dopo, nel 1887.

L’incontro che non c’è stato nella realtà è avvenuto in modo ideale nella Val d’Incaroio sul sentiero che da Paularo riporta a Cedarchis e poi ad Arta. Carducci quando scrive del suo “viaggio di trenta miglia (trenta, nota bene) ascendendo e discendendo un monte che si chiama Durone e percorrendo la valle d’Incaroio sur un sentiero di un palmo, in su e in giù, che orla un precipizio di cento e più metri, secondo, a cui in fondo strepita un torrente che si chiama il Chiarsò” non mostra di conoscere il racconto della stessa escursione in Carnia di Caterina di quasi quarant’anni prima, ma fra il suo racconto e quello della Percoto c’è una sorprendente affinità.

La Percoto parte da Arta e prosegue per Paluzza dove si ferma per la notte. Di buon mattino “alle tre in punto”. Ci ponemmo in via che non erano pur anco diradate le tenebre, ma a misura che andavamo, le stelle si facevano sempre più pallide ed i cocuzzoli dei monti qua e là cominciavano ad apparire leggermente spruzzati di rosso. Vi sono dei momenti così solenni nei quali all’aria aperta ed in cospetto del creato l’anima umana sente come un bisogno di meditazione.passa per Ligosullo e visita la chiesa. Giunge a Paularo “seduto sul suo rumoroso torrente che erano appena le otto della mattina” “Paularo è un grosso villaggio le cui case signorili, ora in parte decadute, ti attestano l’antica opulenza della valle”.

Anche a lei durante il pranzo venne l’idea di ritornare ad Arta per “Cedargis”.Bella idea sul principio perché le dà la possibilità di vedere la cascata di Lambrugno “una delle meraviglie della Carnia, e di cui il famoso Van Haanen, dopo aver tentato invano ritrarla, protestava essere un poema inesauribile”.

E più avanti descrive una cascatella che “Colla rapidità del fulmine ei si slancia nell’abisso” (rio dai Mulins di Valle che “salta” nel Chiarsò) Malaugurata idea poi, perché lasciò la carrareccia (in località Masaret) che dolcemente scendeva costeggiando il fiume e per evitarne il guado, prese un sentierotto più in alto. “A misura che lo salivamo esso andava facendosi sempre più arduo”… La montagna era tutta nuda e tagliata a picco; sotto l’acqua del torrente che faceva vortici…trovammo un punto così diroccato che metteva i brividi al solo guardarlo…non un arbusto, non uno spino, non un filo d’erba a cui tenerci e continuare a salire, e sotto un abisso sempre più profondo e terribile”. Per fortuna ad un certo punto incontrano il cappellano di Salino che è a caccia e si presta ad aiutare la comitiva. “Dove la via meno malagevole glielo concedeva, fermatosi quasi sospeso sul ciglio estremo del buratto, sporgevami la canna dell’archibugio e dicevami di appoggiarmi senza paura” 

Giosuè Carducci

Carducci in qualche modo ripeterà la scena: “io andavo avanti a tentoni, reggendomi a una pertica che due giovani, uno innanzi uno dietro a me tenevano per mano”. Alla fine di questo impervio sentiero Caterina noterà tre croci vicino al fiume, queste probabilmente ricordavano alcuni abitanti di Lovea annegati nel tentativo di attraversare il Chiarsò, come spesso succedeva a quei tempi. Arrivarono poi a Cedargis “e in casa di un parente d’uno dei miei compagni bevvi due dita di vino di Conegliano che mi pareva eccellente e quasi un balsamo”. Lo stesso vino che, come detto anche Carducci gusterà poi in Carnia.

Il sentiero che per Carducci “orlava, per così dire un precipizio verde e orridamente bello, ma pericolosissimo a pendio sul Chiarsò, fiume che rumoreggia in fondo” è probabilmente lo stesso che la Percoto descriveva circa quarant’anni prima come “un sentieretto praticato nel sasso d’una montagna tutta nuda e tagliata a picco, sotto un precipizio orribile, e l’acqua del torrente che faceva vortici e che evidentemente in più luoghi aveva fatto sfranare le pietre che sostenevano il sentiero”.

I due Poeti fecero la stessa esperienza, passando sull’antica carrareccia fino al Masaret e poi sul sentiero che allora costeggiava, inciso sul dirupo (buratto), il torrente Chiarsò nel versante opposto alla frazione di Lovea.

È questa avventura che ha legato nello stesso ricordo il Carducci e la Percoto, ospiti ad Arta in tempi diversi, ma accomunati dalla stessa passione per le passeggiate a scoprire il fascino selvaggio della Carnia e le “miracolose” proprietà curative dell’acqua pudia delle Terme di Arta.

 

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